sabato 23 giugno 2012

Lo Scautismo va vissuto per essere pienamente capito!!!

Ci sono oltre 38 milioni di bambini, ragazzi e adulti, uomini e donne che in 216 Paesi e territori del mondo sono Scout e giude. Lo scautismo è una reattà educativa che comprende ragazzi dai 7/8 anni fino ai 21, infatti dai 7/8 anni fino agli 11 ci si riunisce in branco o cerchio e si è lupetti o coccinelle, dagli 11 ai 16 anni ci si ritrova in reparto e si è esploratori e guide e dai 16 ai 21 anni si fa attività in clan e si è rovers e scolte. Poi si decide se prendere la "partenza" diventando capi scout o meno, ricordando sempre però la frase di B. P. "Scout un giorno, scout per sempre". L’obiettivo del metodo scout è sviluppare le capacità globali di ogni ragazzo e ragazza in primo luogo educando al senso critico, cioè a saper distinguere il bello dal brutto, l’utile dall’inutile, il necessario dal superfluo per scegliere ciò che è giusto e respingere ciò che è sbagliato.
In secondo luogo è un’educazione ai valori fondamentali dell’uomo, come patrimonio inalienabile della persona. In questo processo educativo il fine da raggiungere non può mai giustificare i mezzi utilizzati.


La metodologia applicata all’interno dell’associazione non è basata su lezioni teoriche, ma con lo strumento dell’imparare facendo, attraverso esperienze concrete come la vita nei boschi, la cucina al campo, la manualità, l’uso degli attrezzi, il canto, l’espressione teatrale, lo sport, la conoscenza della natura, la competenza tecnica , la catechesi vissuta nelle attività pratiche , il servizio al prossimo, il gioco ecc. Il metodo scout è proposto ai ragazzi attraverso educatori (capi scout) riuniti in comunità (le Comunità Capi).
"Ciò anche se ‘raccontare’ lo Scautismo non è fargli giustizia, perché lo Scautismo, per poter essere compreso realmente deve essere vissuto. Devono essere vissute le esperienze di vita all'aperto, a contatto con la natura, che sa essere maestra severa e affascinante tanto nelle stellate notti d’estate, vissute da soli a volte vicino ad un fuoco, quanto nelle notti passate in tenda sotto la pioggia battente e con la compagnia del canto dei grilli. Deve essere vissuto lo sforzo dell’impegno tecnico di una cucina al campo e di una lunga segnalazione o di una esplorazione natura o di una costruzione con legno e nodi, devono essere vissuti una preghiera, un canto, insieme ad altri che hanno condiviso un’esperienza di gioia o di servizio o di preghiera...
Questo è lo Scautismo, che va vissuto per poter essere pienamente capito e per il quale una descrizione anche se meticolosa, non può essere sufficiente: è come l’amore è come una malattia: per poter essere capita e ricordata va vissuta".

Ermanno Ripamonti

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