giovedì 14 giugno 2012

Cento anni di vita Scout

Il 2007 è stato un anno speciale per gli oltre quaranta milioni di guide e scout sparsi nel mondo: cento anni da quando Lord Robert Baden-Powell (1857-1941) radunò un gruppo di ragazzi nell’isola di Brownsea per il primo campo scout. Un’esperienza feconda. Infatti, lo scautismo in questi cento anni di vita è diventato il più grande movimento educativo del mondo, un movimento di giovani in cui gli adulti sono “fratelli maggiori”che accompagnano i ragazzi nella loro crescita e li orientano verso quei valori positivi evidenziati dalla Legge e dalla Promessa scout. Giovani e meno giovani, ricchi e poveri, operai e professionisti che, insieme, al di là delle barriere linguistiche e culturali, sono impegnati nel costruire “un mondo migliore”, così come ha lasciato scritto nel suo testamento il fondatore Baden-Powell, un generale inglese che, a cinquant’anni, al culmine di una splendida carriera, insieme alla moglie, decise di dedicarsi totalmente all’educazione dei giovani.
Dopo un secolo di vita lo scautismo è ancora un metodo educativo valido? È utile alle nuove generazioni e alla società? La pedagogia scout ha ragion d’essere?
Di fronte al bricolage educativo dell’oggi, ove molte scelte educative sono legate a logiche sommative, senza attenzione alla persona che cresce, “lo scautismo, considerato come teoria e pratica dell’educazione scout, è una metodologia dell’educazione in quanto produzione pedagogica, è metodica dell’educazione in quanto prodotto pedagogico, ed è metodo educativo in quanto sistema procedurale che produce azioni ed effetti educativi. È un metodo di educazione estrascolastico ed extrafamiliare, caratterizzato da continuità e integralità". Continuità e integralità, due aspetti che ogni percorso educativo non può trascurare. D’altra parte non si può trascurare il fondamentale ruolo che l’associazionismo educativo ha svolto e svolge per la formazione dei giovani, per la maturazione di una coscienza democratica e per lo stesso sviluppo della comunità ecclesiale. E questo specialmente in un periodo in cui è fortemente presente una mentalità individualistica e consumistica.

Nessun commento:

Posta un commento